Bollettino Comunità

 

Da  domenica 19  novembre 2023, XXXII  del  Tempo  Ordinario, viene edito  un  nuovo  bollettino  della  Comunità  Pastorale  Giovanni  XXIII per  le  Parrocchie  di  Canonica d’Adda, Pontirolo Nuovo  e  Fara  Gera  d’Adda.

Il  nuovo  bollettino  si intitola :  COMUNITA’ IN CAMMINO.

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Comunità in  Cammino  del 03-03-2024

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Comunità in Cammino  del 18-02-2024

Comunità in Cammino del 04-02-2024 

 

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Comunità in Cammino  2° del gennaio  2024

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Comunità in Cammino  Anno  2  n 1  del  07-01-2024

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Comunità  in  Cammino Anno  1  N.  3 del   17-12-2023

Comunità  in  Cammino  Anno 1  N. 2    03-12-2023

Comunità in  Cammino :  Anno  1  N.  1  19-11-2023

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Comunità Pastorale Giovanni XXIII  -  Parrocchia di  Canonica  d’Adda

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I N D I C E    D E I    C O N T E N U T I

Comunità  Anno 29   n. 6

Comunità  Anno  29  n. 5

Comunità   Anno   29   n. 4

Comunità    Anno   29  n. 3

Comunità   Anno  29  n.  2

Comunità   Anno  29  n 1   del  08/01/2023

 

 

 

COMUNITA’  PASTORALE  GIOVANNI   XIII  - 

PARROCCHIA  DI  CANONICA  D’ADDA

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Bollettino Comunità  Aprile  2023

COMUNITA’  ANNO  29  N. 3

COMUNITA’  ANNO  29   N. 2

COMUNITA’   ANNO  29  N. 1  DEL  08/01/2023

COMUNITA’   ANNO  28  N. 5  DEL  04/12/2022

 

 

 

 

COMUNITA’  ANNO  28  N. 4  DEL  30/10/2022

 

 

 

 

C OMUNITA’  ANNO  28  DEL  02/10/2022


 

 

 




 

 


 

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COMUNITA’ ANNO 28  N. 2  APRILE 2022

COMINITA’   ANNO  27   N.6    28/11/2021

 

 

 


COMUNITA’   ANNO  27    N.  5    10/10/2021

 

 

 

 

 

COMUNITA’   Anno  27    n.  4  07/08/2021 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sante Messe  Defunti  Mese  di  Agosto

 

 

 

 

 

 

 

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Carissimi,  il tempo quaresimale deve essere per noi uno straordinario tempo di grazia in cui la parola di Dio ci invita a fare una importante esperienza, quella del deserto.

Il deserto è il luogo della pedagogia di Dio, è il luogo in cui Dio educa il suo popolo a ciò che essenziale, a quello che veramente conta ed è necessario per entrare a vivere il disegno di Dio su di noi e la missione che a noi affida.  Il deserto è esperienza di purificazione di sé, dagli “idoli” che ci chiudono alla grazia. E’ trascorso ormai un anno dall’inizio della pandemia.è bastato un semplice virus perché tutti i nostri equilibri siano cambiati di colpo.  È mutato il nostro modo di rapportarci alla vita, alla salute, alla malattia in molti casi anche alla morte. Ci siamo accorti che, di fronte alle grandi battaglie, ci siamo sentiti soli: abbiamo bisogno di legami fondamentali con la famiglia e con la comunità.

Ci siamo resi conto che la vita è una domanda aperta e che la risposta – cioè il suo senso – chiede un cammino di conversione  meno facile di quanto potessimo immaginare. Abbiamo bisogno di significati, di darci un perché di questa che l’Arcivescovo chiama “emergenza spirituale”.  Corriamo il rischio di rimanere storditi, in superficie, a contemplare il dolore facendo fatica a raccogliere energie. Il pericolo è che, concentrandoci su noi stessi, stentiamo a comprendere il compito che noi credenti abbiamo: mostrare che c’è una speranza, c’è un futuro, che tutto non si conclude nel ritornare come prima.

Papa Francesco ha più volte detto che il peggior rischio della pandemia è  sprecarla. Questa tentazione si annida in ognuno di noi. Si rischia di uscire in fretta da questo momento per dimenticarlo altrettanto in fretta. Invece, dovremmo rileggere questo lungo anno e mesi che verranno, osservando come gli ideali e gli obiettivi che ci eravamo dati siano stati “purificati” e abbiano acquistato  un  nuovo  valore.  Abbiamo la possibilità in questa Quaresima di comprendere che cosa davvero dobbiamo “mettere in cassaforte” e come la fede sia uno strumento straordinario di interpretazione, perché ci permette di leggere il senso di momenti difficili come questo.  Mi auguro sia questo per tutti noi l’impegno quaresimale.

Don Umberto

LA  CORREZIONE  FRATERNA

Vi  invito  a  leggere nella  pagina  dedicata  all’Arcivescovo la  lettera per  il  tempo  di  Quaresima e  di  Pasqua,  nella  quale  Monsignor  Delpini  sottolinea che  “  nella  comunità  cristiana la  correzione  ha  la  sua  radice  nell’Amore, che  vuole il  bene  dell’altro e  degli  altri.

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C O M U N I T A’         Anno  26 – n. 5  -  20/12/2020

 IL NATALE  DI  SAN  GIUSEPPE

 

 

 

 

Carissimi,

Vorrei  invitarvi a  vivere  questo  Natale  alla  luce  della  bellissima  lettera apostolica  che  Papa  Francesco  ha  scritto  poche  settimane fa  dal  titolo:  “San  Giuseppe custode  e  patrono della  Chiesa  Universale”.

 

 

LINK : https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-12/papa-francesco-lettera-patris-corde-san-giuseppe.html

 

A  parlare  di  Giuseppe è  in  particolare  il  Vangelo di  Matteo  nel racconto  dell’infanzia di  Gesù.  Matteo  ce  lo  presenta  come  un  umile  falegname,  promesso  sposo  di  Maria,  a  cui Dio  affida  la  paternità  di  Gesù.  E’  l’uomo  della presenza  quotidiana,  discreta e  nascosta;  una  figura  tanto  vicina  alla  condizione  umana di  ciascuno  di  noi,  tanto  più  in  questi  mesi di  pandemia  in  cui  abbiamo sperimentato  che  le  nostre vite  sono  sostenute  da  persone  comuni, spesso  nascoste,  ma  che  stanno  scrivendo  oggi  gli  avvenimenti  decisivi  della  nostra  vita : medici,.  infermieri, volontari  …  e  tanti  altroché  ogni  giorno  ci  infondono  speranza.  Anche persone  che  ogni  giorno  pregano,  offrono  e  intercedono  per  il  bene  di  tutti.

 

In  San  Giuseppe possiamo  trovare  anche  noi un  intercessore,  un  sostegno in  questi  momenti  di  difficoltà.  San  Giuseppe  ci  ricorda  che  coloro  che  stanno apparentemente  nascosti  hanno  un  protagonismo  senza pari  nella  storia   della  salvezza.  Giuseppe  è  colui  a  cui  Dio  affida  la  cura  di  Gesù,  si  fida  del  suo   coraggio:  giungendo  a  Betlemme  e  non  trovando  alloggio  dove  Maria  possa  partorire,  sistema  una  stalla   perchè  diventi  quanto  più  possibile  luogo  accogliente  per  il  figlio  di  Dio  che  veniva  al  mondo.  Dio  si  fa  bisognoso  di  Giuseppe  per  essere   protetto,  accudito,  cresciuto.  Giuseppe  diventa  il  custode  di  Gesù.  Per  questo  motivo  non  può non  essere  anche custode  di  tutta la  Chiesa  che  è  il  prolungamento  del  corpo  di  Gesù  nella  storia.

 

INVOCHIAMOLO

Salve  custode  del  redentore,  sposo  della  Vergine  Maria

A  te  Dio  affidò  il  suo  Figlio,  in  te  Maria  ripose  la  sua  fiducia.

Con  te  Cristo  diventò  uomo.

Mostrati  padre  anche  di  noi  e  guidaci  nel  cammino  della  vita.

Ottienici  grazia,  misericordia e  coraggio  e  difendici  da  ogni  male.      Amen

Don   Umberto